giovedì 27 settembre 2007

Costa Rica, la Chiesa cattolica per il "No" al referendum

"È stato chiesto alla nostra Chiesa di manifestare la propria neutralità rispetto a questa importante contesa, il referendum per il Trattato di libero commercio tra Costa Rica e Stati Uniti d'America. Ciò significherebbe, tuttavia, venir meno al nostro impegno: la Chiesa deve sempre essere al lato della verità, della giustizia e del benessere sociale".
Monsignor Ignacio Trejos, vescovo emerito di San Isidro de El General, ha le idee chiare rispetto al Cafta (Central America Free Trade Agreement), e con lui altri 93 sacerdoti cattolici che ieri hanno preso posizione contro il Trattato: "È importante che al referendum vinca il No". In vista del prossimo 7 ottobre, hanno reso pubblico un documento di otto pagine, intitolato “Un'analisi etica del Tlc”.
Tra i punti critici del Cafta, i sacerdoti segnalano che il Trattato "non rispetta la vita umana, obbligando il Paese ad approvare il Trattato di Budapest, che rende possibile e facilita la vendita di organi e di embrioni umani; brevetta le sementi e altre risorse necessarie per la vita, obbligando ad approvare l'accordo UPOV 91 sui derivati vegetali che permette di privatizzare e mettere sul mercato forme di vita".

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