martedì 4 settembre 2007

L'intruso, il reality, l'isola e il mattone

C’è un concorrente nascosto all’edizione 2007 dell’“Isola dei famosi”.
È Astaldi, la seconda società di costruzioni in Italia. A luglio ha firmato il contratto per iniziare i lavori del megaprogetto turistico “Bahia de Tela” (vedi terraterra del 23 aprile 2005). Il complesso verrà realizzato sulla costa caraibica dell’Honduras, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, dove il 20 settembre inizia la nuova serie del reality show.
La regione, però, è abitata da un’etnia indigena afrodiscendente, i garifuna, che vivono di pesca in comunità lungo la costa e temono l’impatto sociale e ambientale del turismo di massa.
Oggi la Laguna de los Micos è un paradiso di mangrovie, una striscia vergine di spiaggia e vegetazione di oltre 3 km. Il progetto Bahia de Tela prevede quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale -su una superficie complessiva di oltre 300 ettari-. Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar). Il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf è incompatibile con la convenzione Ramsar, che considera le paludi aree di assoluta preservazione. Le comunità locali, poi, non sono state consultate, come vorrebbe l'Accordo n° 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro.
Astaldi -che in Honduras ha già costruito dighe e autostrade con la propria controllata Astaldi Columbus- si incaricherà di realizzare la rete di infrastrutture di base, per un importo complessivo di circa 18 milioni di dollari (il budget complessivo del progetto è di circa 200): l'azienda italiana costruirà le strade, le fognature, il sistema elettrico, quello per la raccolta dei rifiuti solidi e per immagazzinare l'acqua potabile.
Il progetto è promosso dall’Instituto Hondureño de Turismo (Iht) e da imprenditori privati riuniti nella Sociedad de Desarrollo Turístico Bahía de Tela (Dtbt). È finanziato dalla Banca interamericana di sviluppo (14,9 milioni di dollari toccano ad Astaldi) e dalla Banca centroamerica di integrazione economica (Bcie).
Secondo i piani del ministero del Turismo, che il 17 agosto, in una cerimonia in pompa magna, ha posto “la prima pietra” del megaprogetto, presto arriveranno i villaggi vacanze.
Pronti ad attrarre nel Paese un numero sempre maggiore di turisti occidentali (da Milano ogni settimana parte già un charter diretto in Honduras, porta i turisti sull'isola di Roátan, l'unica Cancún del Paese).
Non è un caso, perciò, se per il secondo anno consecutivo “i famosi” e l'Isola metteranno per tre mesi le spiagge honduregne in vetrina davanti a milioni di telespettatori italiani (lo scorso anno il programma raccolse il 25% di share).
Cosa nasconde l'Isola? Nel dicembre 2006 un'inchiesta della rivista Altreconomia ha rivelato che le isolette dei Cayos, sedi del reality, sono in vendita. In più, il format prodotto da Magnolia e trasmesso dalla Rai sconvolge gli equilibri su cui si regge la vita delle popolazioni locali.
Lo scorso anno, ad esempio, la gente del Cayo Chachahuate non potè uscire in barca a pescare per tutto il tempo delle riprese.
È per questo che da una scuola media di Piombino, in provincia di Livorno, è partita una lettera indirizzata al direttore di Rai 2, Claudio Cappon. È firmata da 725 persone che chiedono di sospendere il programma. L'hanno scritta gli alunni di due prime dell'istituto, dopo aver letto un articolo sull'Isola di Betty Schiavon, attivista del Collettivo Italia Centro America (Cica), apparso a febbraio sulla rivista Popoli.
Il Cica, impegnato al fianco dei garifuna di Ofraneh, l'Organizzazione fraterna dei popli negri dell'Honduras, ha appena lanciato una campagna internazionale contro Astaldi. Sul blog lisolaeilmattone.blogspot.com trovate il testo di una lettera di denuncia (in tre lingue: italiano, inglese e spagnolo) da inviare ai rappresentanti dell'azienda in Italia e in Honduras.

Questo articolo è stato pubblicato il 4 settembre da Il Manifesto

Nessun commento: